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Quando Dutti conquistò il primo Oscar per la Svizzera

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Michael West / Lea Müller

Pubblicato

29.08.2021

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5 retroscena sul film svizzero «Marie-Louise», che raggiunse il successo grazie al fondatore della Migros Gottlieb Duttweiler e nel 1946 fece vincere alla Svizzera il suo primo Oscar.

Gli esordi del film «Marie-Louise» furono piuttosto turbolenti e incerti. Era la prima volta che una produzione Svizzera affrontava il tema dei rifugiati. Lo sceneggiatore Richard Schweizer infranse un tabù raccontando la storia di una piccola rifugiata francese che in tempi di guerra viene rimpatriata nel suo paese d'origine dalle autorità svizzere. La troupe cinematografica faticò ad affrontare questo tema e alla fine dubitava della buona riuscita del film. Il giudizio dei dirigenti della casa di produzione Praesens fu impietoso. 

I dubbi sembrarono trovare conferma quando, nel febbraio del 1944, il debutto nelle sale svizzere fu deludente. Solo una persona credette in quel film: il fondatore della Migros e azionista della Praesens Gottlieb Duttweiler. Dutti avviò una campagna pubblicitaria a sostegno di questo progetto che tanto gli stava a cuore, riuscendo a portare nei cinema un numero di spettatori sufficienti a evitare un flop.
 

Scopri 5 retroscena sul film

filmo, l'edizione online della filmografia svizzera resa possibile dal Fondo pionieristico Migros, illustra l'impegno di Dutti a favore di questa pellicola e altri fatti interessanti. Guarda la nuova featurette di filmo "5 storie di backstage su «Marie-Louise»":

Ecco di cosa parla «Marie-Louise»

Nel 1943, in piena guerra, la piccola francese Marie-Louise (interpretata da Josiane Hegg) arriva in Svizzera per trascorrervi tre mesi. Per iniziativa della Croce Rossa, infatti, i bambini che vivono in zone martoriate dalla guerra vengono accolti per qualche settimana in Svizzera per sfuggire a quegli orrori, a condizione che poi tornino dai genitori nel loro paese d'origine. La bambina viene ospitata in casa della volontaria della Croce Rossa Heidi Rüegg (Anne-Marie Blanc). Il padre di quest'ultima (Heinrich Gretler) è un uomo burbero e taciturno, ma si affeziona a Marie-Louise a prima vista. Quando la piccola deve tornare in Francia per ordine delle autorità, né lei né la famiglia che l'ha accolta riescono a rassegnarsi. 

Josiane Hegg in «Marie-Louise»

Fonte: Cinémathèque suisse

Josiane Hegg interpretò la piccola rifugiata Marie-Louise che, dopo essersi ambientata in Svizzera, è costretta a lasciare il paese. 

Dutti portò al cinema un gran numero di spettatori

Dopo la prima del film nel febbraio 1944, Dutti pubblicò una recensione entusiastica sulla rivista «Brückenbauer» nella quale, definendo «Marie-Louise» «un'opera coraggiosa», scriveva: «Lo spettatore riflette sui problemi trattati e sui personaggi presentati e ne trae un arricchimento che dura per giorni e settimane, diversamente dal senso di vuoto che, dopo aver visto pellicole assai più sofisticate di questa, si prova già all'uscita dal cinema. 
Dutti si servì di metodi anticonvenzionali per portare il film al successo, ad esempio promettendo alle massaie un biglietto gratuito per il cinema se avessero fatto la spesa alla Migros fuori dagli orari di punta. 

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Fonte: Brückenbauer

Azione speciale sul numero di Brückenbauer del 25 febbraio 1944

Uno sfavillante lieto fine grazie all'Oscar

In conclusione, ben un milione di svizzeri andarono a vedere «Marie-Louise». Il film ebbe successo anche all'estero, suscitando in particolar modo l'entusiasmo dei critici americani. E alla fine, nel 1946, Richard Schweizer vinse persino un Oscar per la sceneggiatura. Era la prima volta che la Svizzera riceveva un simile riconoscimento: un vero lieto fine per chi aveva realizzato il film. Marie-Louise è una perla del cinema svizzero e ha aperto la strada ad altre produzioni elvetiche di successo.

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Fonte: Cinémathèque suisse

Richard Schweizer (secondo da destra) nel 1946 ricevette un Oscar per la sceneggiatura, la prima volta in cui questo prestigioso premio veniva assegnato alla Svizzera.

filmo: alla riscoperta dei film svizzeri

Gran parte del patrimonio cinematografico svizzero rischia di deteriorarsi o non è facilmente accessibile al pubblico. Filmo propone una piattaforma che rende accessibili online i classici del cinema elvetico, aumentandone la visibilità e offrendo un nuovo approccio alla storia del cinema nazionale, anche per le generazioni più giovani. Per festeggiare il suo secondo compleanno, filmo presenta una rassegna di undici successi del cinema svizzero, intitolata Tops of Swiss Films. L'edizione online della filmografia svizzera arriva così ad annoverare 100 titoli, disponibili in streaming su varie piattaforme. 

filmo è un'iniziativa delle Giornate cinematografiche di Soletta, resa possibile dal Fondo pionieristico Migros.
 

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