Intestazione

Così il vissuto dell'infanzia influisce sui nostri rapporti di coppia

Testo

Anne-Sophie Keller

Pubblicato

16.01.2023

Matroschka-Puppen

Perché sono così nei miei rapporti di coppia? La psicoterapeuta Stefanie Stahl spiega in che modo l'infanzia ci condiziona e come possiamo liberarci dagli schemi di comportamento limitanti.

Lei parla spesso di «zavorra del passato». Vuol dire che è colpa dei nostri genitori se oggi abbiamo dei problemi?

Non si tratta di attribuire colpe a chicchessia. Tuttavia nell'infanzia il cervello umano non è ancora pienamente sviluppato e in effetti, nella maggior parte dei casi, le figure di riferimento sono proprio i genitori che, come tali, hanno una grossa responsabilità. Una mia cliente, per esempio, era stata molto trascurata da piccola e lamentava di non essere in grado di sentire la mancanza di qualcuno o di provare vero amore. Perché, non avendo vissuto questi sentimenti nell'infanzia, non li aveva appresi.

Che cosa ne deriva per la persona adulta?

Il vissuto dell'infanzia s'imprime nella struttura cerebrale e la plasma. È in base a questa sorta di imprinting che si percepisce il mondo in età adulta. Si decodificano e si valutano gli input che questo ci trasmette, e si agisce in risposta ad essi. Nascono così degli schemi di comportamento.

Può fare un esempio?

Se un bambino viene trascurato, questo s'imprime sull'immagine che ha di sé stesso, contribuisce a definirla. Il bambino non è ancora in grado di capire che forse il problema risiede nei genitori, ad esempio perché sono stressati e non hanno tempo da dedicargli. Così giunge alla conclusione che la colpa è sua, che viene trascurato perché non è importante e non merita attenzione. Da adulto quel bambino si sforzerà di soddisfare tutte le aspettative altrui, mettendo le proprie in secondo piano e assumendo un ruolo subordinato. Oppure eviterà di instaurare rapporti di coppia per non rendersi vulnerabile. Se una persona è prigioniera di uno schema mentale come questo finisce per ritrovarsi sempre nella medesima situazione.

Come si può uscire da simili schemi?

Confrontandosi con sé stessi. Solo così si può distinguere tra la propria interpretazione della realtà e la realtà medesima. In questo modo, per esempio, si può mettere a fuoco il motivo per cui ci si sente insicuri in determinate situazioni. Guardandosi dentro ci si rende spesso conto che le proprie percezioni nascono non da quella particolare situazione, bensì dalle esperienze vissute nell'infanzia. E prendendo le distanze da queste ultime si può crescere ed evolversi.

Portrait Stephanie Stahl

Foto: Susanne Wysocki

Sulla persona

La tedesca Stefanie Stahl (58 anni) è psicoterapeuta, scrittrice affermata e podcaster. Il suo libro «Chi ha spento la luce?», dall'esplicito sottotitolo «Illumina e guarisci il tuo bambino interiore e ritrova autostima, fiducia e relazioni felici», è dal 2016 in testa alla classifica annuale dei bestseller della rivista tedesca «Spiegel». Anche «Jein!» (non tradotto in italiano) e «Relazioni, non prigioni» sono dedicati alle tematiche di coppia, tema su cui Stahl scrive dal 2008. Ultimo suo libro in ordine di tempo è «Wer wir sind», uscito nell'ottobre 2022.


Tutti i libri di Stahl sono reperibili su ex.libris.ch (in tedesco)

Questi schemi di comportamento sono il motivo per cui spesso tendiamo a instaurare rapporti di coppia con persone che ci ricordano i nostri genitori?

Esatto. A questo proposito ho un altro esempio. Una mia cliente, che chiameremo Ellie, s'innamora spesso di uomini emotivamente chiusi, irraggiungibili proprio com'era suo padre. Spera, inconsciamente, di riuscire a far breccia e di indurli ad accoglierla. Proprio come faceva da bambina con suo padre, quando cercava in tutti i modi di guadagnarne l'amore. In psicologia questo comportamento viene definito coazione a ripetere. Tanto più che la situazione le è già nota. Sa come si lotta per conquistarsi l'amore di qualcuno. Se, viceversa, un uomo si mostrasse emozionalmente aperto nei suoi confronti, la cosa richiederebbe fiducia da parte di Ellie, una situazione del tutto nuova che, in quanto tale, la spaventerebbe.

Una persona come Ellie dispone delle risorse emozionali necessarie a scrollarsi di dosso questi modelli di comportamento?

La maggior parte delle persone sono in grado di forgiare consapevolmente la propria vita. Purché riflettano su alcune cose e imparino a inquadrarle nel giusto modo. L'essere umano ha la fantastica capacità di evolvere e svilupparsi. Se, tuttavia, una persona non desidera farlo, bisogna rispettare la sua scelta e porsi dei paletti. Non si può costringere nessuno.

Nei suoi scritti si legge di «Adulto sano». Che cosa intende?

L'Io Adulto coincide con il pensiero razionale, sa distinguere tra passato e realtà presente. Con l'aiuto del suo Io Adulto, Ellie può rendersi conto di agire ancora oggi come quando era bambina e voleva farsi apprezzare e accettare da tutti. Questa presa di coscienza è il presupposto per modificare il suo comportamento.

In che modo possiamo liberarci da convinzioni limitanti come quella, per esempio, di non valere abbastanza?

Se Ellie riconosce che i suoi comportamenti originano da convinzioni inconsce generate dal vissuto infantile può prenderne, almeno in parte, le distanze. In una tappa successiva si potrebbero sostituire le convinzioni limitanti con altre potenzianti. A livello emozionale Ellie deve saper dire a sé stessa: «Basto come persona già solo quando sto con gli amici!» È una cosa che si può allenare, come un muscolo.

La maggior parte delle persone sono in grado di forgiare consapevolmente la propria vita.

Stefanie Stahl

Ma perché si rimane così facilmente prigionieri dei vecchi schemi?

Perché ci tornano anche utili. Per esempio, ci mettono al riparo dalla dolorosa presa di coscienza che i nostri genitori non erano perfetti. Oppure ci servono a proteggere un rapporto di coppia perché c'impediscono di prendere atto che il problema sta nel partner. A quel punto pensiamo che dobbiamo solo lavorare su di noi affinché tutto si aggiusti. Questo ci dà una sensazione di controllo.

L'ideale, in un rapporto di coppia, è che entrambi i partner si confrontino con sé stessi. Mi azzardo tuttavia a ipotizzare che siano le donne ad assumersi buona parte del compito...

Sì, indubbiamente. Le donne affrontano i rapporti di coppia in maniera più differenziata e sono tendenzialmente più disposte a riflettere su sé stesse.

Su cosa si fonda un sano rapporto di coppia tra due adulti sani?

Intanto ognuno dei due deve conoscere bene sé stesso. Entrambi devono saper riconoscere la propria parte nello squilibrio e capire perché a volte è difficile intendersi. Ovviamente ci vogliono sincero interesse nei confronti del partner e un'aperta comunicazione. Anche una certa disponibilità al compromesso non guasta, ma senza esagerare, perché se la si pensa sempre diversamente dal partner, alla lunga il compromesso logora.

Quando consiglia una terapia di coppia?

Se sorgono a più riprese conflitti che non si riesce a risolvere da soli. E, ovviamente, se si desidera ciononostante tenere in piedi il rapporto. Attraverso una terapia di coppia si può stabilire, per dirla brutalmente, chi dei due dà i numeri. Magari sono entrambi i partner.

E quand'è che conviene invece mettere fine al rapporto?

Quando ci si rende conto che non si arriva da nessuna parte e non si riesce a scrollarsi di dosso i vecchi schemi. Oppure se la relazione, fatti i debiti conti, rende più infelici che felici.

Foto/scena: Getty Images